L’appetito del micio può essere influenzato anche dal modo in cui il cibo viene preparato, nonché dal suo stato emotivo: rumori strani, persone nuove o perfino un cambiamento di recipiente possono provocare la perdita dell’appetito. Con il loro acuto senso del gusto e dell’olfatto, di solito i gatti trovano sgradevole anche il cibo deteriorato. La temperatura che preferiscono va dai 25 ai 40°C (la temperatura corporea alla quale le loro prede verrebbero normalmente mangiate), quindi non somministrate loro cibo direttamente uscito dal frigorifero, perché alle temperature più basse odore e gusto diminuiscono.
Mettere la ciotola del cibo troppo vicino alla lettiera potrebbe inoltre indurre il gatto a rifiutare il cibo o a non usare la lettiera: con tutta probabilità reagiremmo alla stessa maniera se il nostro cibo ci venisse servito vicino alla toilette. Di solito, è preferibile una posizione sicura lontano da passaggi troppo frequentati, in modo che il gatto possa mangiare un boccone rilassandosi, fuori dalla portata di cani ladruncoli o bambini curiosi.
Risulta essere interessante notare che i gatti, con le loro origini desertiche, probabilmente non hanno mai mangiato pesce come risultato della propria attività di caccia (esiste solo una specie di felino abile nella pesca, che vive in India) e, a parte le occasioni in cui hanno azzannato quello strano pesce rosso arraffato in uno stagno o in un acquario, l’unico pesce consumato è quello ricevuto da esseri umani. Sembra che il collegamento tra gatti e pesci sia intervenuto dopo la seconda guerra mondiale, quando il fatto che il pesce rappresentasse una fonte proteica di facile uso e relativamente economica venne usato dai produttori di cibo per gatti nella loro pubblicità. Chiaramente, fu una campagna molto riuscita, perché questa associazione è rimasta fin da allora. Ciò non vuol dire che ai gatti non piaccia il pesce, come molti proprietari possono testimoniare.
Anche se riguardo al cibo i gatti mostrano preferenze assolutamente individuali, tutti hanno in comune una cosa: devono consumare carne e non possono essere vegetariani. Mentre noi e i nostri cani, divenuti onnivori, possiamo decidere, se vogliamo, di escludere la carne dalla dieta senza farci del male (sì, i cani vegetariani ne sono felicissimi), un gatto non potrebbe sopravvivere senza una dieta che preveda alcuni elementi costituenti, come la taurina, disponibile unicamente nella carne. Le diete pubblicizzate come vegetariane prevedono l’aggiunta di taurina e altri elementi nutritivi essenziali, in mancanza dei quali la dieta stessa sarebbe inadeguata e comunque inadatta ai gatti. I mici piluccano erba e piante che trovano in casa, probabilmente come purganti, vomitandole subito dopo, e ad alcuni piacciono anche le verdure, ma esse, da sole, sono insufficienti a soddisfare tutte le esigenze nutrizionali feline.
Al micio va servito un unico abbondante pasto al giorno, diversi piccoli pasti, o deve avere sempre cibo a disposizione? La maggior parte dei cani ingurgita velocemente il pasto perché in un branco di cani selvatici o lupi ci sono molte bocche da sfamare e quindi moltissima competizione; per mantenere una qualche sembianza di ordine ed evitare lesioni in seguito alle lotte per il cibo, essi hanno un ordine del branco che stabilisce quando ogni animale ha diritto di prendere posto e mangiare: per primo il maschio dominante fino a sazietà, seguito poi dagli altri, in ordine di importanza, fino a che ognuno è soddisfatto. L’ultimo cane spesso deve gironzolare sperando che gli venga lasciato qualcosa. I gatti, invece, essendo cacciatori solitari, sono di solito meno voraci e, se il cibo è liberamente disponibile, mangiucchiano spesso invece di divorare tutto in una volta: i risultati degli studi sull’alimentazione felina mostrano che, quando viene lasciata loro libera scelta, mangiano fino a venti volte nell’arco delle 24 ore, una frequenza che sembra imitare gli schemi nutritivi naturali. I topi, la più comune preda domestica del gatto, forniscono ognuno circa 30 kilocalorie di energia: un gatto attivo del peso di 3,5 kg consuma approssimativamente 300 calorie al giorno, vale a dire più o meno dieci topolini o dieci pasti. I nostri beniamini, però, non sono costretti a cacciare topi per sfamarsi e le esigenze della maggior parte dei gatti domestici sani e maturi, tranne che nel caso di gatte in stato interessante o nel periodo di allattamento, possono essere soddisfatte con un solo pasto al giorno a base di cibo di ottima qualità, anche se, nonostante tutto, continueranno a cacciare.
Ma l’alimentazione non riguarda solo l’assorbimento di una quantità sufficiente di calorie e di elementi nutritivi: essa è in realtà molto importante per costruire il rapporto tra gatto e proprietario. Quindi, quale che sia il tipo di cibo che scegliete, usate le ore dei pasti come momenti di interazione e di comunicazione: quando il gatto chiede di mangiare, possiamo rispondere e ricevere a nostra volta reazioni molto calorose.
Quando lo chiamiamo all’ora del pasto, il micio arriva correndo: molti corrono prima di essere chiamati, perché magari hanno capito da qualche accenno del nostro comportamento che si avvicina l’ora di mangiare. La ricerca dell’apriscatole, il lavaggio della ciotola o lo scatto di un particolare sportello della dispensa sono tutti indizi, e il gatto inaspettatamente fa la sua comparsa pieno di entusiasmo; una conversazione a base di miao e di risposte si protrae di solito per tutta la durata del riempimento delle ciotole, mentre il gatto si strofina e marca col suo odore sia il padrone che la ciotola per offrire incoraggiamento e impedire distrazioni che potrebbero rallentare il processo. Dopo una rapida annusata per controllare il menù, il micio affonda il muso nel cibo, e tutti i richiami e le richieste sono ormai dimenticati, come anche il padrone, ormai non più necessario!
Mentre va bene somministrare al gatto uno o due pasti al giorno, oppure rifornirlo con cibo secco da consumare ad libitum, i comportamentisti consigliano, specialmente nel primo anno di vita con il micio, di nutrirlo poco e spesso: l’interazione nel corso di diversi piccoli pasti vi consente di stringere un legame molto forte che rappresenta la continuazione ideale di quello che aveva con sua madre. Al momento del pasto farete insieme uno sforzo per interagire, e quindi è facile subentrare nel ruolo materno e consolidarlo nella vita del gatto, mantenendo così la vostra amicizia. Questa è l’essenza di un rapporto ben riuscito, ed è altresì una delle principali ragioni per cui i gatti si rilassano in nostra compagnia e sono felici. Una volta stabilito questo legame, possono essere nutriti ad libitum, oppure con pasti più abbondanti e meno frequenti.
A differenza dei loro più avidi cugini cani, i gatti di solito mangiano solo ciò di cui hanno bisogno e sono molto meno inclini all’obesità: la loro taglia può variare considerevolmente, anche in conseguenza della razza, quindi non è semplice determinare un peso ottimale. Se pensate che il vostro micio sia sovrappeso, il segno da cercare per verificare questa ipotesi è una ‘borsa’ di pelle e grasso che pende proprio sotto il ventre e che a volte oscilla mentre cammina! Spesso i gatti, specialmente quelli orientali, non mettono su peso in tutto il corpo, ma si portano dietro l’eccesso proprio in quel punto: il vostro veterinario saprà consigliarvi una dieta, se necessaria, e il metodo giusto per ridurre il peso del micio in modo sicuro e pratico. Molti gatti, invece, danno l’impressione di consumare chili e chili di cibo senza ingrassare di un solo grammo.